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Mostra DISIO. Nostalgia del futuro

L’Ambasciata d’Italia in Venezuela e l’Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con il Centro Cultural Chacao, Cultura Chacao, Sala TAC, Trasnocho Cultural, CAVENIT, Vinccler, Trevi, Fundavag – Vagnoni, Ghella, Bulkguasare, Astaldi, Solera e Banco Nacional de Crédito sono lieti di annunciare la mostra intergenerazionale, trasmediale e multiculturale Disìo. Nostalgia del futuro, a cura di Antonello Tolve, con il contributo di Carolina Balzae Félix Suazo, e con la preziosa collaborazione di Patricia Hambrona e Narda Zapata, che si terrà a Caracas il 4 giugnio 2017 negli spazi della Sala TAC (Trasnocho Cultural, ore 11:00) e de La Caja (Centro Cultural Chacao, ore 16:00)e che verrà completata da una mostra di carattere documentale nel Istituto Italiano di Cultura (5 giugnio, ore 17:00).

La mostra vuole offrire un gemellaggio costruttivo tra due paesi che presentano alcune confluenze visive e alcuni atteggiamenti che saltano il fosso della diversità per dar luogo ad una serie di scambi, di interventi intermittenti che creano vie di fuga, forze plurivoche, corali, polifoniche – la cui polifonia pone le basi di una riflessione sulla fratellanza, sui pensieri ancora pensabili, sui domini della libertà, su un socialismo umanistico e democratico capace di escogitare ancora un orizzonte nuovo.

Segnata da un rapporto di partecipazione culturale, di contaminazione linguistica, di necessaria coesistenza delle differenze e dalla basilare evocazione di un unterschiedlich (Nietzsche), la mostra vuole riflettere su una serie di fenomeni contemporanei che, nati dall’impeto della mondializzazione, mostrano codici sempre più aperti alla fusione di stili, di espressioni, di formule creative che superano il confine del quotidiano e trasformano l’opera in un dispositivo di ordine riflessivo che invita a vedere da un’altezza nuova il mondo, le cose, gli avvenimenti.

Diviso in tre sezioni – La presenza del futuro, Tornare e Passato prossimo – ognuna delle quali è da intendersi come confluenza delle altre, il progetto Disìo, termine preso a prestito da Dante (Purgatorio, VIII, vv. 1-3: «Era già l’ora che volge il disio») per indicare lo sgambetto al tempo della saudade, vuole essere un momento di dibattito sullo stato dell’arte, un luogo che riattiva il giudizio critico e l’intelligenza da un’atmosfera dalla qual sono spesso banditi.

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